— 112 — un tranquillo e pacilieo commerciante di legname. Finalmente mi lasciano libero, libero fino ad un certo punto, ben si intende, perchè vogliono sapere dove alloggerò, con chi presumibilmente avrò con tatto, iquali affari (tratterò, aiwertendoani che non mi potrò muovere neppure nei dintorni senza prima averne ottenuto il permesso ed averne rese edotte in pieno le autorità. E come se questo non bastasse igni mezz’ora eccoti il solito « polizei » in borghese fermarmi, salutarmi con il cappello in mano, e chiedermi: « La scusi, lei ia xe straniero». Avrei voluto rispondergli: «Macché straniero, se parlate la mia lingua, se parlate il dialetto di Venezia e dell'Adria tico, se tutti lo imparate da bimbi, finche se poi non io vorrete ad arte parlare o non potrete, perchè non tutti, anche se lo sono nell’animo, hanno la forza e la possibilità di dichiararsi apertamente italiani! »