— 179 — Non mi resta, unica speranza, che il bigliettaio, del cui intervento sono sicuro. Dovrà pur vedere che questo soldato mi sta buttando a terra ad ogni scossone, ad ogni buca, ad ogni curva e che questo caro ami co dirimpetto mi sta piantando nella gain ba i chiodi della sua scarpa. Ma anche questa è una mia illusione. Il bigliettaio passa, prende il suo danaio, ci rilascia i biglietti, e se ne infischia di me, delle go mitate che ricevo continuamente, dei calci che debbo subire. E non c’è niente da dire. Se protesto, sono capacissimi sentendo un italiano, di buttarmi giù dall’automezzo in corsa e di provare che io li ho offesi nei loro sentimenti nazionali. Domani poi il prefetto presenterebbe le sue scuse al Console Generale, ma intanto il volo lungo il fossato, magari con una aggiunta di legnate, non me lo risparmie-ebbe nessuno. Non mi resta altro dunque che pensare pn profonda nostalgia alla disciplina del