Il corpo Bandiera e Moro fu istruito nelle materiali manovre da Petrosino, ufficiale napoletano, a Murano; poi, ritornato al primo circordario di difesa, ebbe alcune interrotte lezioni di teoria da Brusfoloni, benemerito capitano di marina: e dal comandante del circondario, generale Ferrari, fu nel settembre richiamato a Mar-ghera, da dove non dovea uscire che dopo il decreto dell’abbandono del forte. In questo frattempo il generale Armandi, piaciutagli quella istituzione che dava giovani operosi e zelanti, mostrò desiderio se ne formasse una seconda compagnia, offrendo così opportunità di reclutare la brava gioventù che si trovava in Venezia per lo scioglimento de’ corpi franchi di terraferma. Fu aderito al suo desiderio: ma l’arruolamento troppo precipitato non potè dare una compagnia così seclta come la prima. Depurata però in appresso dopo alcune vicende, e richiamata dal forte del lido a Mar-ghera per raggiungere l’altra sorella, meritò anch’essa la buona opinione, e, sto per dire, la bella fama che questa prima già s’era acquistata. Ma qui è d’uopo osservare come il suddetto generale in capo d’artiglieria, che allora favoriva questo scelto corpo, l’avversò poi in modo da non volerlo quasi più riconoscere come a sè dipendente. Fra gli altri non lodevoli motivi di tale condotta ha forse luogo il presente. Dopo Ni agosto 4848, quando dovette Venezia restringersi ne’ soli suoi mezzi, dal ministro della guerra