88 Rispetto all’artiglieria, gl’italiani può dirsi essere tra’ primi. Donde procede, non lo saprei dimostrare. Donde procede che il nostro paese ebbe i poeti più grandi, i più grandi artisti che veneri il mondo? Le cause ci hanno ad essere; ma io sto meglio agli effetti. Allora, senz’obbligo d’addurne il perchè, posso dire che in Italia gli artiglieri nascono tali. Provarvelo per via di ragionamenti, sarebbe camminare sulle grucce. Ci sono fatti; a questi m’appiglio, e moverò franco, senza tema d’inciampare. A Sorio chi furono artiglieri? Antico dettato è, nessuno nascere maestro. Ebbene: a Sorio ebbe bensì il comando chi d’artiglieria s’intendeva da molto tempo. Ma i restanti? erano giovani, a’ quali il cannone e il mortaio riuscirono arme ignote, a meno che non n’avessero veduto o negli arsenali, o, in ¡specie, a Venezia, verso l’angolo del palazzo ducale; oppure sugli erbosi bastioni di qualche fortezza come segno caratteristico. Dico, erano giovani d’ingegno vario, d’ingegno fra loro assai differente, e spesso diverso affatto. Erano giovani studenti delle università, de’licei, o appena uscitine, tra geometri, tra legali; taluni medici; altri, d’altri studi. Chi apprese loro la difficile e grand’arte dell’artigliere? Nessun nasce maestro; non voglio cadere nelle contradizioni. Ma essa è storia che una piccola giornata, un combattimento a scaramucce li rese da qualche cosa. In una piccola giornata, in una scaramuccia chi noi fu mai, può farsi buono soldato, non vo-