78 tutti al piazzale alla baionetta. Una breve mischia s’ingaggia ad arma bianca. Lo stesso Cosenz tronca una testa dal busto, ed è pure ucciso l’ufficiale che comandava la spedizione. Gli Austriaci sono forzati a ritirarsi, e nello stesso tempo fece fuoco su loro il cannone, che non erano stati a tempo d’inchiodare, per dare così avviso al nemico che il piazzale era nostro ancora. Anche San Secondo fece un forte fuoco di mitraglia addosso ai fuggitivi, pochi dei quali poterono porsi in salvo. Questa violazione, ancorché momentanea, di un punto così importante, giovò a farci prendere precauzioni maggiori. Infatti furono costruite molte traverse sul Ponte, tra le quali si riparava la linea, e gli artiglieri doveano recarsi armati di fucile e di sciabola. Il nemico scopriva intanto qualche nuova batteria, e noi pure rendevamo sempre più formidabile la nostra difesa. A cinquecento metri al di qua del piazzale si compiva, sopra altro minor piazzale del Ponte, una nuova batteria, che stendevasi con l’ala sinistra nell’acqua, la quale si volle intitolare batteria Rossarol, composta di dieci cannoni, il cui servizio fu affidato agli artiglieri Bandiera e Moro. Anche al piazzale erasi steso un’ala sinistra nel-l’acqua, che portava degli obusieri per colpi radenti. Inoltre era stato reso difficile l’approdo al piazzale ed a San Secondo mediante alberi e travi con punte al livello dell’acqua. Tutti questi lavori sul Ponte ed a San Secondo, compiuti sotto il foco nemico, rendevano ornai Venezia imprendibile: quanto alla loro esecuzione, erano stati fatti da ingegneri e lavoranti esperti, e noi po-