33 saglieri. Intendevamo frattanto lo sguardo da ogni parte ad osservare se si scoprissero lavori nemici, e qualche movimento di terra appariva già di lontano: allorché la mattina del 25 fummo cólti dalla sorpresa, vedendoci circondati, per quanto l’occhio girava sulla terraferma, dai primi lavori della trincea nemica. Si aprì tosto il fuoco per impedirne l’ulteriore progredimento; e questo fuoco, mantenuto regolarmente di giorno e di notte, non dovea più cessare. Il nemico aspettò il novilunio a porre l’assedio,per mettersi a quel grandioso lavoro, protetto dall’oscuro della notte: ed a ciò dovette impiegare meglio di ottomila uomini, con intimazione di serbare il silenzio, e con facoltà ai sotto-ufficiali di fucilare all’istante chi avesse fiatato o disubbedito. Intanto il generale Paolucci cadde malato, e fu sostituito. Quest’uomo era sospetto al popolo già prima, sulla qual cosa molta ufficialità e molti dei legionari Bandiera e Moro, che lo avvicinavano, protestarono solennemente, e la protesta fu pubblicata il 45 di aprile dal Governo medesimo. Allora poi venuto in città fu fatto segno all’esecrazione di molti ignoranti di guerra, che voleano impossibili que’ lavori nemici, ove non fossero stati permessi. Ma l’onor suo dev’essere rivendicato. Come comandante del forte di Marghera, fu il migliore di quanti lo precedettero. Noi abbiamo notato in ¡scorcio quanto egli fece. Le sue cognizioni in fatto d’as-sedii e di piazze erano bensì limitate, che questa in fondo non era stata la sua mansione; ma vi supplì in parte con l’attività e con l’ingegno. Da ciò provenne, 3