-169 ­ « Datisi però li Turchi alla fuga e procurando colle loro « Galere remurchiare 6 Navi, una delle loro Maone che nel « ritirarsi si era allontanata dall'altre, fu investita dal Capitan « Morosini colla sua Galeazza e dopo da Lazzaro Mocenigo e « anche dal Capitan del Golfo Morosini, col quale si attrovava « in persona Iseppo suo fratello, e dopo fiera contesa che colla « spada alla mano ebbero tutti quei comandanti col Bascià di « detta Maona che finalmente restò morto con tutti coloro che « assistevano alla sua difesa, restò quella in potere dei nostri « avendo anche in questa occasione S. Domenico Diedo Vice « Sopracomito dimostrato molto coraggio mentre molestando « la detta Maona per prova fu a parte del combattimento e « della vittoria. I prigionieri fatti sorpassarono il numero di « 200 essendone stati ammazzati sopra la medesima circa 400. « Intanto che dal Corno sinistro si proseguiva la vittoria, « nel Corno destro le Galere Turche, presi i Vascelli a remur­« chio, si diedero alla fuga ricoverandosi fra l'isola di Nixia « ed altri scogli. Ciò avvertito dal Capitan Generale, presa a « remurchio ora la Nave Capitana comandata dal Barbaro ora « quella del Capitano Delfino, e facendo lo stesso il Provve­« ditor Molino e tutte le altre Galere, si posero a proseguir « l'inimico bersagliandolo di continuo et offendendo notabil­« mente le Galere che remurchiavano un Vascello, non po­« tendo però sofferire il danno che ricevevano dalla Galeazza « di Pietro Querini e da 7 nostre Galere sottili comandate « da Beneto Falier, Zuane Brioni, Zuane Pasqualigo, Fi­« lippo Corner, Tomaso fratello e dalle Galere T revisana e « Padovana dirette da Gasparo Spineda e Piero Trabacchino, « abbandonarono la maggior parte dei remurchi attendendo « colla fuga alla loro salvezza. « Il Capitano Generale ed il Provveditore Molino insieme « colle altre Galere anch'essi lasciarono le Navi e si diedero « a bersagliarli; di che inviperiti i Turchi per v~dersi dai suoi « cosÌ vilmente traditi, con rabbia e disdegno diedero diverse­« canonate a quelle stesse Galere che con sÌ poco coraggio' « le avevano lasciate nel pericolo. « Piero Querini intanto colla sua Galeazza abbordò un « Vascello della Sultana con tanta intrepidezza che non per­ « mise che i suoi ricevessero dai nemici offesa immaginabile..