81 XXV. Il corpo Bandiera e Moro avea dati in quei giorni settanta fucilieri nell’ultima sortita del Cavalino, che non ebbe alcun buon effetto per essere stata mal diretta. A certi desidèri d’estremi sforzi, che davano l’immagine del guerriero ferito, il quale vorrebbe tuttavia offendere, molti di que’ giovani presero parte (l). Alcuni, (I) Poco dopo il felice esito della sortita di Brondolo, il) agosto, condotta dal tenente-colonnello Sirtori, gli ufficiali della guarnigione di Venezia deliberarono di mettere in pratica ogni mezzo, onde indurre il Governo ad ordinare una sortita molto più vigorosa, e con quella risolutezza che richiedevano i momenti supremi. A tal uopo fu affissa pei muri della città una stampa, esagerata troppo nelle parole, ma tendente a commuovere il popolo e incoraggire la sortita medesima. Il Comitato di pubblica vigilanza imprudentissimamente fece stracciare que’ proclami, movendo gli animi a fortissimo sdegno. La sera di quello stesso giorno, i n séguito di ciò, fu provocato dai più fervidi un tranquillo assembramento nella piazza di San Marco, ove comparvero ufficiali di ogni arma e buon numero di Bandiera-Moro. Si voleva in siffatta guisa imporre al Governo ed alla Commissione militare, e sostenere così i desidèri e le intenzioni di quel proclama, pretendendo anche una soddisfazione pella violata libertà della stampa. Ma il generale Ulloa, disceso nella piazza, consigliò con bel modo ufficiali e soldati di ritirarsi ai quartieri; ciò che fu fatto senza renitenza, parendo a quella riunione di aver bastantemente significato l’intendimento suo. 6