99 s’obbligava al servìzio della città e della fortezza sino a guerra finita, senza giuramento, solo in parola d’onore. Senza validi motivi nessuno era sciolto dell’obbligo. Il comando della legione, c i gradi procedenti, per suffragi sempre. Il capitano e gli ufficiali potevano essere deposti, ove una ragione, dalla compagnia stessa. Il Governo sanzionava. Nessuna pena era inflitta. Sola l’espulsione era ammessa, supremo castigo ove le ammonizioni fossero riuscite vane. Entro, assoluto rispetto, militare obbedienza. Fuori, amichevole uguaglianza, famigliarità confidente. Codeste erano in generale le discipline. Giovani tutti di oneste famiglie. Agiati i più; indigenti nessuno. Non qualunque si fosse presentato, era ammesso; volevano conoscerlo, ed era secondo giustizia, dappoiché insieme somigliavano a famiglia, e uomo mal conosciuto può indurre sospetti. Notate eh’essi abbor-rivano da qual pena si fosse. Nessun paragrafo del loro statuto vietava agl’indigenti l’entrarvi; semprechè non volessero aver diritto a nessuno stipendio, e fossero disposti a rinunciare ai quotidiani settanta centesimi, ove la patria povera l'avesse dimandato; così chi non aveva un pane dalla sua famiglia, non si metteva a pericolo di patire la fame abbandonando il proprio mestiere. Per ciò quella schiera di giovani non usciva che dalle università, dai licei; altri dal santuario dell’arti belle, taluni seguaci delle belle lettere, avevano lasciato l’insegnamento di quelle, il ginnasio e lo stipendio. Ingegneri parecchi; taluno eccellente.