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essa nella difesa di Marghera mandò una mano d’artiglieri civici. Vi stettero intrepidi, come veterani, a’mortai; quantunque usciti di fresco, anzi allora, dalle officine, dagli scrittoi e dai pacifici studi; e vi stettero sino alla fine.Viva Venezia, ch’ella è terra eletta d'Italia! Viva Italia, che di siffatti difensori è madre ed educatrice I
La legione degli artiglieri volontari veneti Bandiera-Moro.
  I.	Codesta legione, più che gli altri corpi di quell’arma, rappresenta più propriamente Venezia, ove si ponga mente al suo statuto, allo scopo suo più speciale, più determinato che altri non l’avevano. Io ne parlerò colla più possibile brevità. Altri ne sta ragionando più diffusamente.
  Dal finir dell’aprile al principiar del maggio dell’anno passato (1848) una mano di giovani propriamente veneziani, sentendo il bisogno che la loro città aveva di fortificarsi e formare una buona artiglieria (dappoiché allora Venezia nessun’altra n’aveva infuori della marina), vennero in pensiero di offerire sé stessi come principio di cose migliori e maggiori. Alla Celestia (stabilimento militare) si teneva scuola teorico-pratica d’artiglieria appunto; e que’ giovani vi frequentavano e vi apprendevano gli elementi. Poco appresso quella che fino allora era stata non più che società, mirò a prendere una forma militare; e il Governo provvisorio della repubblica di Venezia, com’era naturale, utile e giu-
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