434 mico, e in par! tempo proteggeva il piazzale. Parecchi legni leggieri detti piroghe e zattere galleggianti con suvvi artiglieria, a destra e a sinistra cannoneggiavano gl'Imperiali, e guardavano ¡Veneziani; i quali la notte s’accostavano spesso fin sotto la nemica artiglieria. Dalla città al metter del ponte un bastione. Alla sinistra, oltre un canale, un piccolo forte. Altri forti costrutti ne’ punti della città più minacciati o nella stessa Laguna; senza toccare del forte Sant’Angelo della Polvere e quello di San Giorgio in Alga, l’uno e l’altro guardanti Fusina. 11 piazzale del ponte è monumento di sangue. Oltre a due mesi eroicamente difeso, noi crediamo che quel punto di terra paresse inespugnabile. Geste fatte a piè fermo da uomini che disfidavano le palle, le granate, le bombe, fermi al cannone, fermi al mortaro, come rupi incontro al fulmine, come quercie incontro alla bufera. Sgomenti, repressi, vestiti di coraggiose sembianze; valore invano tendente a più vasta cerchia; freddezza di »angue a còsta dell’entusiasmo che disfogava in lagrime gli spiriti suoi, lagrime ardenti come fiamma, lagrime d’ira come quella d’Ettore,come quella dei leono *! limitare della minacciata sua tana. Il soldato ch’esce a campo vive una vita di stenti, colla morte alle spalle; ma vi sente una poesia tutta sua, e nella libertà del suo piede e nella vastità del terreno, ora nella aperta campagna, ora nei nascondigli de’ boschi, ora sulle roccie dominanti le valli. Fin l’aria gli si fa ognora novella, e gli rallegra gli occhi, e gli