•152 fino alla sommità della terza parallela. Il 26 diressi il fuoco ove pareva progredire quello del nemico. Verso la sera, credendo il nemico abbastanza scosso dal bombardamento, diedi disposizioni per un assalto generale; quando verso la mattina, spinta una pattuglia, con ìstn-pore trovò il forte vuoto ». Fin qui dell’assedio di Marghera. Ora passiamo a narrare dei fatti alla seconda linea di difesa. Ma prima di narrare, dirò che la seconda linea di difesa in fatto non esisteva. È codesto uno de’ molti e grossi e gravi errori commessi da coloro che componevano il comitato della guerra. Sono vergogne, lo so: ma bisogna saperle, affinchè possiamo in altro tempo schivarle. Il forte di San Secondo quasi sguernito, con deboli mu-nimenti. Nella metà del ponte una batteria appena, dopo la quale giacevano gli archi ruinati dalle non ben riuscite mine, perchè poste o da inesperti o peggio. Primi a presidiare il ponte e San Secondo furono gli artiglieri di marina, i quali con egregio coraggio vi stettero mal muniti. Appresso vennero con essi le altre artiglierie. Ma trasportiamoci innanzi; e dopo questo cenno, figuriamoci di vedere la seconda linea di difesa o già avanti apparecchiata o interamente compiuta appresso. — Del resto se i nostri avessero distrutto il ponte e San Giuliano, non sarebbe stato punto mestieri porsi in tanto precipitosa difesa.