68 XXI. Le lagune, quelle vaghe solitudini solcate soltanto da brune gondolette, ed abitate da solitarie barchette di pescatori; quelle lagune, che riflettono innamorate un purissimo cielo, presentano ora l’aspetto di un campo di battaglia, di un formidabile apparecchio di guerra. Le loro acque, sparse qua e là di tavole di barche sfondate, debbono soffrire i lunghi rimbalzi delle palle nemiche, ed essere bruttate di sangue ; e l’aria tranquilla che sovr’esse move, pei tuoni non interrotti del cannone deve ripercuotersi sottesso ognuno degli archi del lungo ponte, e levare al cielo con ripetuto eco spaventevoli note. Siamo ora alla seconda linea di difesa. Era essa ben guardata in ogni parte della vastissima curva, che forma l’ultimo lembo della terra-ferma, perchè all’imboccatura de’ canali erano già stati costruiti de’ fortini e palizzate, od ancorate delle barche da guerra. Ma la difesa doveva essere più energica dalla parte che guarda Marghera, cioè contro il tronco del ponte in mano de’ nemici, e contro le rovine dell’isola di San Giuliano, a soli tremila metri da Venezia. Questo era il sistema di difesa adattato. 11 maggior piazzale del Ponte, distante da Venezia millecinquecento metri, portava una batteria di dieci cannoni da ventiquattro e da diciotto, e tre mortai. L’ ¡soletta di San Secondo, più indietro del piaz-