LAVORO E POLITICA SOCIALE 277 Politica edilìzia. La crisi degli alloggi in Bulgaria e specialmente a Sofia la cui acutezza si è fatta sentire progressivamente negli ultimi anni di guerra e dopo-guerra e continua ancora ad occupare l’attenzione dei governanti e dell’opinione pubblica, ha creato una legislazione speciale, sia per portare una soluzione più razionale alla questione degli alloggi già esistenti, sia per incoraggiare l’industria edilizia stessa, la costruzione di case economiche come unico rimedio radicale a fronteggiare quel malessere del dopo-guerra (1). La legge sugli alloggi, oltre contenere le disposizioni circa la funzione e l’esercizio di diritti alle commissioni ed Egli altri organi sugli alloggi, in evidente contraddizione con i principi fondamentali su cui riposa la proprietà privata, cerca anche di incoraggiare l’industria edilizia mettendo fuori delle misure ristrettive della legge le nuove costruzioni con gli annessi e connessi (art. 32), o tassando i terreni non costruiti nelle zone della città con una imposta annuale da 1 % a 5 % del valore del terreno inscritto nei registri del Municipio o obbligando le società private, per azioni, banche private, ditte commerciali (escluse le associazioni scientifiche e di beneficenza), proprietari .di ristoranti, caffè, di depositi dì merci, ecc., a costruire gli edifici necessari ai loro propri bisogni in un periodo fino al 31 dicembre 1922 (art. 35, 36, 37, 38 e 39). La legge per l’incoraggiamento delle costruzioni del 2 agosto 1920 è composta di soli 3 articoli. In virtù dell’art. 1 tutte le costruzioni con annessi e connessi terminate dopo il primo gennaio 1919 sono libere dalla legge sugli alloggi e gli affitti come anche quelle costruite dopo l’entrata in vigore della legge. Secondo l’art. 2 tutte le costruzioni e simili eseguite (1) La prima legge sulla crisi degli alloggi (16 maggio 1921).