II - Nell’Albania Centrale 49 spedizioni di diversi giorni, dopo l’escursione di Canina stabilii la gita di Se-lenitsa, ira la Vojussa e la Suscitsa, impiegando il 16 e il 17 giugno. Da Vallona, seguendo per un quarto d’ora la strada di Berat per Malacastra e Signa, arrivammo alla Ciafa Cociut che segna la divisione fra le acque della Suscitsa e quelle che si gettano direttamente nel mare. Due enormi banchi di gesso s’incontrano sulla via affiorando sulle comuni marne sabbiose: l’uno a destra si porta verso il territorio di Canina, l’altro, a sinistra, tende verso il territorio di Arta. Oltrepassati gli oliveti trovammo lungo il sentiero di Babitsa, le praterie e le campagne coltivate a frumento, avena e mais. Alla Ciafa Bard, dove sono pascoli estesi, rimanemmo ammirati dall'esattezza .colla quale furono condotte le osservazioni geologiche di Coquand. Fra il limite delle puddinghe e delle argille bluastre esiste uno strato molto importante di marne o argille bianche, il colore delle quali dona un segno prezioso di ricerca. In queste roccie erano comuni ì’Haplophyllum coronatum, il Convolvulus lineatus, il C. tenuis-simus, il C. Thymus capitatus, la Salvia Horminum. Le dolci ondulazioni del terreno vanno a perdersi gradatamente nel vicino e vasto letto della Suscitsa, frequentemente inondato d’inverno, così da permettere senza difficoltà in primavera la coltivazione del riso. Le acque del fiume, deviate con canali abbastanza profondi e puliti, vengono utilizzate dai proprietari di mulini cui accorrono, specialmente in estate, tutti i contadini e negozianti dei dintorni. Poco sotto la Ciafa Bard l'occhio afferra il paesaggio grande e originale della distesa del bacino inferiore del fiume, a mezzogiorno gli alti picchi della Chimara, di fronte la cinta delle verdi colline di Piscupi, Pencova ed Armeni, paesaggio animato che si mostra più vivo e più commovente al guado della Suscitsa. Fra gli arbusti di salici comuni nel letto del fiume coi Tamarix, raccolsi la Centaurea salernitana, la Salvia peloponnesiaca e la Pteris aquilina sporificata. Giganteschi esemplari di Onopordon illyricum si sviluppano nelle ghiaie e sui margini dei sentieri. Lungo i ruscelli che riportano l’acqua al fiume, dopo essere stata utilizzata dai .mulini, il Melilotus alba var. parviflora si sviluppa in esemplari giganteschi colla Psoralea bituminosa e la Cephalaria transilvanica. Immensi platani d’Oriente isolati ricoverano a centinaia nidi di passeri ed altri uccelli. I primi declivi sulla destra della Suscitsa sono formati di argille bluastre. Ascendendo per Armeni trovammo sparsi ulivi, e in gran parte praterie incolte e dumeti a Paliurus, Rubus, Rosa e Quercus coccijera, l’arbusto che sopra ogni altro rappresenta mirabilmente il dominio mediterraneo nell’Albania e nel-l’Epiro. Alcuni esemplari di questa quercia appartengono presso Armeni alla varietà calliprinos. Ci riparammo un momento all’ombra dei platani che proteggono la fontana del villàggio, il quale, col suo nome, mostra l’origine romana: qui ammirammo il quadro di belle musulmane di Armeni intente al lavaggio generale delle masserizie loro, che probabilmente da più stagioni non avevano veduto l’acqua. Questa brava gente, forte, simpatica e guerriera, a malgrado dello stato animalesco in cui vive, cura la nettezza una volta l’anno spogliandosi, col lavaggio a freddo o a caldo presso le fontane dei propri vil- 4