XII PREFAZIONE dimenticare il suo lungo servaggio durato ben cinque secoli, che non le ha permesso di svilupparsi spiritualmente e materialmente, e che deve considerarsi come vero miracolo se abbia sopravvissuto. Ora dopo cinquant’anni, la fisionomia della Bulgaria è di molto cambiata; il paese superbo di bellezze naturali, ma che gli uomini avevano reso povero e deserto, mostra tutti gli elementi della rinascita. La mancanza di libertà, era stata di grande inceppamento al suo sviluppo; la mancanza di sicurezza impediva che la terra si coltivasse e che si formasse il risparmio; le classi dominanti, misoneiste, non pensavano affatto di dare incremento all’agricoltura, ma tutto lasciavano al contadino bulgaro, che, mezzadro o fittavolo, produceva quel tanto che bastasse ai bisogni della sua famiglia; bisogni ben modesti che non gli permettevano di elevarsi. La società misera della f ine del secolo XIX a poco a poco si va trasformando; senza il laminatoio dell’oppressione turca, con la trasformazione economica, si nota una differenziazione delle classi sociali; la borghesia che non esisteva affatto ora si sta formando; il Paese, in cui non era affatto possibile qualsiasi accumulamento di ricchezza, ora è ritornato a nuova vita; il capitalismo là come altrove, si sviluppa; l’artigianato si trasforma secondo i bisogni della vita moderna; la mano d’opera va sempre aumentando, formando vere e proprie classi lavoratrici, con lo sviluppo agricolo, industriale, bancario e commerciale. Mi lusingo che questa modesta opera saprà mettere %n giusta luce la vita economica bulgara e servirà ad aumentare le relazioni commerciali e culturali, già bene avviate, fra l’Italia e la Bulgaria. Luglio 1929. L’Autore