Introduzione XXIII mini di conquista, atti, perciò, ad essere soltanto sfruttati, lasciando la popolazione nel più completo abbandono. Il brigantaggio dava seriamente da pensare anche all’Europa; ma la Porta, anche se avesse voluto (ciò che non le conveniva per ragioni politiche), sarebbe stata incapace di frenarlo. Tutto languiva miseramente. La regione albanese, favorita largamente dalla natura, era, come oggi, incolta, inondata, senza strade od altro mezzo di comunicazione, e formava la disperazione dei pochi Europei (la Turchia considerava se stessa come fuori di Europa) che dovevano attraversarla; gli abitanti che non erano ladroni, fierissimi e primitivi ad un tempo, venivano decimati dagli orrori della vendetta che sterminava talvolta interi villaggi e intere tribù in breve volgere di tempo; il Governo, dominato dalle fazioni e dalle personalità, trovavasi in uno stato miserando tra la pietà e l’odio; così, in mezzo a tanta anarchia, le mirabili risorse dell’Albania continuavano ad andare perdute. Io ho visto l’Albania la prima volta dieci anni dopo il Congresso di Berlino; oggi, dopo quasi quarant’anni, riferendomi a quanto ne hanno lasciato scritto nelle loro opere memorande Pouqueville, Boué, Hahn ed altri esploratori e studiosi di fama di quel paese, le condizioni non sono mutate.