134 III - Nell’Albania Centrale Fino al gruppo principale delle case di Casist seguimmo la mulattiera segnata nelle argille calcaree, ove notai: Sìlene paradoxa, Scabiosa crenata var. hirsuta, Scabiosa Webbiana, Achillea holosericea e Staehelina uniflosculosa. A cagione delle argille, le sorgenti sono abbondanti e segnate da una folta vegetazione, principalmente data da Rosa canina, Prunus Mahaleb, Eupatorium cannabinum. A Casist cominciammo l’ascesa, dapprima attraverso un terreno calcareo nudo e roccioso con molta Achillea holosericea, poi subito c’internammo nelle prime boscaglie della regione montuosa ai cui margini erano comunissime la Nepeta orientalis var. Sprunerii (N. Sprunerii) e la Sideritis Raeserii. I boschi erano caratterizzati da Acer pseudoplatanus, Carpinus orientalis e Ostrya carpini/olia. L’Ephedra campylopoda rivestiva ancora qualche rupe più o meno esposta e con questa pianta convivevano, la Tunica saxijraga var. albanica, Silene radicosa e A sperula chlorantha. Nel limite superiore dei boschi notai i primi esemplari di Dianthus pinijolius var. tepelensis e il Galium apiculatum; quindi una flora montana e subalpina ricchissima di specie e di individui con Thalictrum minus var. saxatile, Erysimum Boryanum, Malcolmia bicolor, Draba parnassica, D. elongata, Scleranthus neglectus, Cerastrium grandiflorum, Achillea abrotanoides, Edrajanthus graminifolius, Primula suaveolens, Armenia canescens var. majellensis, Sesleria coerulans, S. argentea. Sulle rupi a mezza costa della regione alta, ha dominio una flora magnifica e lussureggiante di vita a malgrado della stagione alquanto avanzata: sono tappeti di Pterocephalus Parnassi, Globularia bellidifolia, commisti a Paronychia Kapela e Thymus hir-sutus var. humillimus e macchie di Rosa sicula, R. Heckeliana, R. glutinosa, Sorbus graeca, Amelanchier ovalis. Poi Silene jruticulosa, Achillea Fraasii, Anthemis montana, Hieracium Waldsteinii. Giungemmo sulla più alta cima a 1713 metri (secondo l’edizione della carta austriaca del tempo) verso le 10,30 ant. col tempo limpidissimo. Il panorama era naturalmente grandioso ed afferrava tutti i monti dell’Albania centrale e della finitima Macedonia. Nei suoi versanti orientali il Trebescina è arido quanto mai e questa stessa caratteristica è propria della catena parallela che si ha di fronte. Ridiscendemmo verso S.O. in diretta direzione di Damesi entro una conca erbosissima, non ancora visitata dalle pecore, ove il Rubus idaeus, VAstrantia major, YAnthriscus silvestris, il Pyrethrum macrophyllum, Lilium Cattaniae, L. albanicum e YAspho-delus albus formavano macchie quasi impenetrabili ed alte fino al ginocchio. Le prime boscaglie si trovavano formate di Quercus Grisebachii e di Fraxinus Ornus, oltre gli altri alberi sopra citati. Alle 2 pom. rientravamo nella casa del nostro dervish e subito mettevamo in carta l’importante materiale raccolto. Alle 5 pom. partimmo da Damesi diretti a Tepeleni. La strada attraversa il territorio di Megishti e non ha nulla di particolare all’infuori dei soliti dumeti con abbondanti Paliurus. Il paesaggio, formato dall’ampio letto della Vojussa, dal castello e dalla città di Tepeleni dominata dal cupo monte Liuzati (1330 m.) e dagli avanzi di quel ponte che aveva costato tante migliaia di megidiè al mi-