26 I - L’Albania Perchè l’Albania possa facilmente svilupparsi, bisognerà costruire le seguenti strade: i° da Durazzo all’alto Vardar (Uscub), via Tirana e Dibra: questa strada raccoglierà i prodotti della ' Serbia; 2° da Durazzo a Monastir, via Elbassan e Ocrida, per raccogliere i prodotti della Macedonia; 3° da Medua a Pristina e al Danubio, strada destinata a sostenere Scutari che altrimenti perirà; 4° da Santi Quaranta ad Argirocastro con le diramazioni per allacciare i centri principali dell’Epiro e questi con le arterie suddette. A queste vie trasversali, due delle quali ripristinerebbero le vie storiche del commercio, si dovranno costruire due arterie longitudinali, ossia: i° la strada Scutari-Elbassan, per Medua, Alessio, Cruja, Tirana e oltre per Berat verso Vallona a certa distanza dal mare; 2° una strada da studiare che dovrà essere parallela al Drin Nero per Dibra fino a Ocrida. Mancano le strade, ma non esistono neppure i porti. Gli approdi sono quelli che offrono le rade esposte ai venti, senza fondo sufficiente per grosse navi, e circondate da acque morte e da lagune infestate dalla malaria. Le navi, a cagione della poca profondità delle rade, non possono ancorare che a varia distanza fino a due o tre chilometri dalla costa, a seconda del loro tonnellaggio. Oltre le rade, le foci di taluni fiumi costituiscono approdi frequentati, come la bocca della Bojana, del Drin, del Semeni, della Vojussa, ma naturalmente essi sono abbandonati durante la cattiva stagione in causa delle barre o dei fanghi che ne ostruiscono l’entrata e che sono causa di straripamenti continui. Quali saranno i veri porti dell’Albania indipendente cui bisognerà subito mettere mano se si vorrà avviare il paese verso il suo risorgimento politico ed economico? Il piccolo porto naturale di S. Giovanni di Medua fra lo sperone del Mali Rencit e la barra d’interramento sulla quale passa la carrozzabile per Scutari, può accogliere 40 piccoli velieri e quando questi venissero preventivamente ordinati, può anche ammettere due o tre vapori di medio tonnellaggio, essendo il fondale nell’interno di cinque 0 sei metri e in qualche punto anche maggiore. Il porto di Medua sarà senza dubbio il solo che si potrà ridurre senza sacrifici finanziari, utilizzando, per la costruzione di una gettata, il banco di sabbia che poggia sopra la roccia calcarea e divide la rada di Medua nella parte esterna, libera ed esposta a tutti i venti, e nella parte interna riparata (porto attuale) e difesa relativamente dai venti di bora e di scirocco. Occorre poi anche ricordare che il problema del porto di Medua (1) non può (1) Per questo, come per altri porti del litorale albanese dalla Bojana a Vallona, si possono consultare gli studi fatti per incarico del r. Governo dal Coman-