28 I - L’Albania fiume commerciale dell’Albania, è la Bojana, emissario del lago di Scutari, che ha un corso di circa 35-40 chilometri e unisce il lago con il mare: essa è navigabile con vaporetti del pescaggio massimo di 6 piedi inglesi con le massime acque alte. Queste dipendono dalla stagione. Se l’inverno è piovoso, il loro periodo è di qualche mese, ma se è asciutto esso è invece molto breve. Con la bassa marea, le profondità nel canale praticabile della barra scendono qualche volta sino a 3 piedi e la navigazione a vapore rimane allora del tutto sospesa. Durante la stagione propizia, ossia dalla metà di gennaio a tutto maggio, l’alta marea permette di solito la navigazione fino a Scutari, in caso contrario si arresta a Oboti o a Samric’. In generale la navigazione della Bojana non è facile, causa l’irregolare deflusso delle acque del lago a cagione del mare grosso dell’Adriatico, specialmente coi tempi di scirocco. Le difficoltà verranno in parte sormontate quando sarà regolato il fiume, ma per questi lavori occorreranno somme ingenti di parecchi milioni, anche perchè, con quelle della Bojana, dovranno comprendersi le opere di sistemazione idraulica di tutto il bacino idrografico del lago di Scutari, col Kiri e la Drinassa, ramo avventizio dèi Drin che da quasi mezzo secolo convoglia grandi masse di torbide nella Bojana, cagionandone quel disordine idraulico che è di tanto nocumento alla navigazione, e non a questa soltanto. Poca o nessuna importanza per il commercio potranno avere i fiumi della Mirdizia e il Mati (costituito dal Fandi grande e dal Fandi piccolo), l’Ishmi e l’Arzen, i quali formeranno tuttavia col Drin l’avvenire delle forze idro-elettriche per l’industria albanese e potranno facilitare l’impianto dei serbatoi e bacini montani, di cui si potranno valere l’agricoltura e la silvicoltura quando entreranno anch’esse in un’èra di sviluppo. Procedendo verso mezzogiorno, si trova poscia lo Shcumbi che segna il confine tra la gente ghega e quella tosca. Esso discende impetuoso dalle montagne ad occidente del lago di Ocrida finché incontra il piano fertile di Elbassan, del quale sarebbe il principale benefattore, se per mancanza di canalizzazione non arrivasse a straripare facilmente, causando seri danni alla valle tra Elbassan e il mare. Infatti, dopo questa città, lo Shcumbi si fa più calmo e lascia alla parte settentrionale del Muz’akja quel limo che non ha scaricato prima: lo Shcumbi: si può paragonare ad un piccolo Danubio nell’Albania. Vengono dopo lo Shcumbi gli altri due fiumi più celebri dell’antichità nell’alto Epiro, ossia il Semeni e la Vojussa, immortalati per i traffici fiorenti che nel loro bacino idrografico si compievano tra le due sponde dell’Adriatico, la Grecia e l’interno della penisola. Oggi essi sono due fiumi noti al piccolo cabotaggio albanese, ma non hanno speciale importanza se non dal lato agricolo perchè, anche potendoli navigare per lungo tratto con piccoli natanti, non incontrano, lungo il loro percorso, alcun centro di notevole sviluppo. È dunque da augurare che l’Albania abbia un giorno — e un giorno non lontano — migliorate le vie di comunicazioni e i porti, e che vi prendano sviluppo le opere di pubblica utilità in generale. Il nuovo Stato non potrà