-208 ­ di procedere alla occupazione di quella regione, nel cuore del~ l'inverno ancorò a Porto Vitrillo con 11 galere e 12 navi e: propose ai Mainotti di dar loro le truppe occorrenti per oc­cupare di sorpresa Modone e Corone prima che la flotta turca uscisse dai Dardanelli. I Mainotti, messi alle strette, si mostrarono titubanti di accettare la proposta. Per persuaderli ad agire il Morosini mise: a terra le truppe da sbarco ed occupò Calamata attaccandola da terra e da mare. Non avendo gli abitanti della regione vo­luto aiutare le progettate imprese, il Morosini abbandonò la. Morea dopo di aver raso al suolo la fortezza di Calamata. Egli mandò allora il Capitano delle Navi Girolamo Con­tarini con 12 vascelli ai Dardanelli per impedire il transito dj. navi dagli stretti, ed egli si dispose a combattere colle sue ga­lere il nuovo Comandante turco Alì Pascià (1) che con 32 ga­lere era già uscito in Arcipelago. Lo scorse tra Scio e Samos, ma Alì, accortosi dell'arrivo dell'Armata del Morosini, si gettò sotto la costa d'Asia fuggendo. Due galere rimaste in­dietro caddero in potere dei Veneziani. Il Morosini si recò quindi ai Dardanelli per accertarsi della buona vigilanza del Capitano delle Navi. Egli vi giunse il 10 agosto ed il 6 ne ripartì dirigendosi a T oron nel golfo di Salonico che venne distrutto. Di qui, costeggiando l'Asia Mi­nore, mosse incontro al Capitan Pascià che sapeva essere a Rodi con 50 galere. Passando davanti a Cesmè vi sbarcò un reparto di truppe per danneggiare il paese e mandò nel porto il Capitano delle Galeazze Bernardo Nani che, battuta la ~fortezza colle arti­glierie, obbligò il presidio a sbandarsi. Smantellate le difese della Piazza i Veneziani si ritirarono, asportando 60 cannoni, molti dei quali provenivano dai forti che la Repubblica aveva lasciato a Cipro. Alì intanto era riuscito a rientrare indisturbato negli stretti sfuggendo alle ricerche del Morosini ed alla guardia del Capi­tano delle Navi. Le soste delle navi davanti ai Dardanelli erano (1) Husaein ritornato a Costantinopoli alla fine della campagna del 1658, fu dal Gran Vizir privato di tutti i suoi tesori e confinato in BOlnia, dove fu fatto> uccidere (BRUSONI: opera citata. Libro XVI, pago 68).