II - Nell’Albania Centrale 57 L’ora avanzata non mi permise la salita del S. Basilio, che io perciò mi contentai di studiare nella sua zona media ed inferiore. Ritornando alla spiaggia trovai comune, nel substrato argilloso, VArundo Pliniana. In conclusione, il territorio di S. Basilio ripete interamente la natura e la forma di tutti i Caraburun. Nulla si è saputo o voluto qui utilizzare all’infuori della vallonea come prodotto commerciale; il legname da ardere e il carbone fornito dai dumeti, che in basso vanno ogni giorno più estinguendosi, consu-mansi in massima parte a Vallona. Non vedesi un campo, non un metro quadrato di terreno coltivato. Al contrario, i pascoli sono eccellenti e, se non fosse la totale mancanza d’acqua, potrebbero indubbiamente servire anche d’estate, poiché le comuni e aromatiche Labiate (Thymus, Micromena, Calamintha, Teucrium...) hanno una forte prevalenza sulle altre specie. Io non so ancora spiegarmi come in questi luoghi possano resistere senz’acqua le innumerevoli tartarughe, molte lepri e, a quanto mi riferirono, i cinghiali. Veramente, le acque di Pascialiman non sono troppo lontane ed è senza dubbio colà dove tutti gli animali predetti vanno ad abbeverarsi. SuH’imbrunire i due marinai della Fortunata, l’uno greco, l’altro albanese musulmano (ma ciò non di meno in perfetta ed armonica amicizia fra di loro) mi allestirono la parca cena, consumata al lume delle stelle e in riva al mare con sentimenti di antica fratellanza. Com’era sorprendente il mare in simili condizioni d' quiete, mossa di quando in quando dall’uniforme e lentissimo mormorio delle onde! Che impetuoso e, insieme, melanconico succedersi di pensieri nella sublime solitudine di questa spiaggia, sulla quale la viva luce del lontano fanale di Crionerò sola segnava la presenza di vita umana per tanta ampiezza di paese! La tranquillità dell’animo mio cercava di sopraffare l’invadente pessimismo al pensare all’azione energica, perseverante e ponderata dell’Austria, che in tutti questi posti fila diritta per la sua strada. Chi conosce Saseno e gli Acrocerauni deve seriamente riflettere all’importanza che questi luoghi potrebbero avere per la patria nostra. Per lo stesso motivo che l’Austria si impose sullo scoglio di Pelagosa e l’Inghilterra su Malta, l’Italia, che nelle sue coste adriatiche si trova esposta da ogni parte, avrebbe dovuto, quando 10 poteva, pensare a Saseno come punto strategico di prim’ordine. O forse vi ha pensato, ma non con coraggio sufficiente e non con uomini adatti! L’indomani, di gran mattino, i miei barcaiuoli levarono l’àncora da S. Basilio per il vicino approdo di Col Rufa fra la punta Rimucust e quella di S. Giovanni, mentre io ero immerso nel sonno, invano cercato la notte per la durezza del letto e l’abbondanza delle pulci nella barca. Arrivammo, con vento favorevole di levante, in un’ora circa e dopo il caffè cominciammo l’escursione in direzione di Fleva, come viene anche detta la punta di S. Giovanni. Il caldo raggiunse presto un maximum insopportabile e se non fosse stato qualche colpo di venticello, purtroppo sensibilmente decrescente, avremmo presto incontrato 11 pericolo di soffocare in questo territorio nudo di alberi e abbruciato. Guadagnammo una prima collina, da cui si scorgeva l’imponente scoglio di Saseno