II - Nell’Albania Centrale 51 vori delle miniere. A duecento metri dal gruppo principale sorge la nuova, ricca e solida palazzina appartenente alla Direzione della Società. Selenitsa deve tutta la sua fama al bitume che si estrae dal suo suolo e che viene ammassato continuamente in enormi depositi tutt’aH’intorno del villaggio. Situato a N. E. di Vallona, a circa 40(}42' di latitudine N. e 17° 65' di longitudine secondo la carta 1: 300.000 dell’istituto geografico militare austriaco, giace sulla china settentrionale della piccola catena del Malji Treblovs, la quale poggia la sua base nella valle della Vojussa, dominando un vasto insieme di alture che hanno la loro spina centrale sui monti di Cudesi o di Griva. Occupa il suo territorio una parte notevolissima dei locali giacimenti bitumi-niferi che per la loro importanza richiamarono già l’attenzione dei più illustri naturalisti e storici antichi come Strabone, Vitruvio, Aristotile, Plinio, Eliano, Dione Cassio, Plutarco e non ¿sfuggirono ai pochi moderni che trattarono dell'Albania. Così ne parla Boué (1) dietro notizie attinte ad un lavoro di Hol-land (2). Ne ha trattato poi diffusamente il Coquand nella sua bella e dotta memoria più sopra citata. Durante il mio soggiorno a Selenitsa accumulai un voluminoso campione di sabbia fossilifera che l’egregio amico prof. Simonelli utilizzò per una sua pregevole memoria (3). Queste sabbie vennero da me riscontrate in tutte le vicinanze del villaggio sopra una superficie di due chilometri quadrati all’incirca. Ricchi depositi di bitume, solido e glutinoso, tro-vansi sotto queste sabbie, e qua e là, specialmente dove il terreno si fa più argilloso, notai frequenti emanazioni d’idrocarburi gassosi. Secondo il Coquand è pliocenico l’intero e vaeto bacino (compreso fra Canina al sud di Vallona e il meridiano di Berat), nel quale sono concentrati i depositi d’ossicarburi. Lo costituiscono inferiormente strati di argilla bluastra, più o meno sabbiosa, con intercalazione di arenarie, di puddinghe, di calcari conchigliferi; mentre in alto dominano, con uno spessore di oltre a 100 m., arenarie, sabbie e puddinghe, con Janira jacobaea, Cardium edule, Osirea pseu-doedulis. In mezzo alle arenarie ed alle puddinghe della regione superiore trovasi imprigionato il bitume, in vario grado di consistenza. Il campione di sabbia da me portato al Simonelli proveniva da questi strati superiori. L’egregio amico accenna come entri a comporla, insieme ai minuscoli frammenti silicei, abbondantissimo detrito conchigliare, e come vi siano commisti a miriadi anche i gusci intieri e ben conservati di più specie di molluschi, fra i quali sono frequenti i Cardium e i Potámides. Mescolati alla sabbia trovatisi ancora ciot-toletti di piromaca, diaspro, quarzo grasso, eufotide, diabase afanitico, calcare marnoso con foraminifere, e piccole zolle di asfalto, che hanno tutt’al più (1) A. Boué: La Turquie d'Europe. Paris, Bertrand, 1840, vol. I, pag. 279. (2) H. Holland: Travels in Albania and Greece, Cit. da Boué, 1. c. vol. II, Pag- 339- (3) V. Simonelli: Le Sabbie fossilifere di Selenitza in Albania, Boll, della Soc. Geologica ital., vol. XII (1893), fase. 30.