40 II - Nell’Albania Centrale di Haghios Gheorghios o S. Giorgio sopra Ducati. Una simile rada cinta di alture accidentate potrebbe valere quanto la Spezia o Pola contro un nemico invasore per via di mare o di terra. Vallona è città albano-greca di circa 8.000 abitanti che parlano l’albanese nel dialetto tosco e il greco. Riguardo alla religione questi abitanti si dividono in greci e albanesi, cristiani scismatici, in albanesi musulmani, in ebrei e albanesi ed europei cattolici, con prevalenza dei primi e dei secondi: i cattolici e così i turchi veri sono dati dalla classe dei negozianti e degli impiegati. La nostra lingua al tempo delle scuole italiane aveva preso una larga diffusione, molto promettente per l’avvenire; ma oggigiorno, che quelle scuole furono dannosamente tolte, si parla nel dialetto otrantino dall’elemento immigratovi; del resto è ancora molto se in Vallona l’italiano venga parlato o scritto dal 10 % dell’elemento commerciante: rimane poi completamente sconosciuto in tutto il rimanente del vilajet meno a Prevesa, Gianina e a pochi punti sulla costa, ma sempre in proporzioni minime. Nel doppio senso commerciale e nazionale fu un errore di togliere dai tre centri di Vallona, Prevesa e Gianina le scuole nostre, istituite con tanti sacrifizi morali e pecuniari. Si chiusero proprio nel momento in cui cominciavano a dare ottima prova, in cui tutte le difficoltà e diffidenze erano state superate dall’oculatezza, dalla perspicacia e dall’altissimo patriottismo dei nostri egregi rappresentanti presso il Governo provinciale di Gianina. Essi avevano vinto, dopo sforzi di volontà e di zelo e guidati sempre da saggio indirizzo, l’indifferenza dei musulmani e il fanatismo dei greci: avevano finalmente potuto convincere che le nostre scuole non erano state create per alcun fine politico. Le statistiche parlano. Sui primordi di questa eccellente istituzione, le scuole italiane accoglievano un numero esiguo, insignificante di alunni, la maggior parte dei quali frequentava i soli asili infantili; fu soltanto dopo il periodo più acuto della lotta fra partigiani e nemici delle scuole, che l’esito risultò superiore ad ogni aspettativa: la quasi totalità dei giovani musulmani, ebrei e cristiani, cominciò con assiduità ed amore a frequentare le scuole italiane, apprezzando l’utilità che ne traevano, la quale, senza danneggiare i loro sentimenti nazionali, procurava ad essi la prima risorsa commerciale, quella di corrispondere con l’italiana Trieste. Ma il sole doveva presto oscurarsi e sparire. Mentre si lottava e la vittoria stava per essere completamente assicurata coi primi nobilissimi frutti, il sistema di rigorose economie, introdotto dal nostro Governo, distruggeva con una legge, caduta come fulmine a ciel sereno, quell’edificio con tanti stenti costrutto, e grave danno ne veniva all’avvenire del commercio e del nome italiano, che prima era così altamente rispettato nelle coste orientali deH’Adriatico e del Jonio. Tre erano state le scuole governative istituite nel 1889. Forse la scuola di Gianina poteva abolirsi con minori inconvenienti, ma giammai dovevan-sene privare Vallona e Prevesa. Sono queste due città costiere in diretta comunicazione coll’Italia, e, se noi ci scuotessimo dall’ignavia, potrebbero di-