I - L’Albania 23 giorno, la qual cosa appare sicura nei tempi migliori della civiltà slava quando l’apostolo della indipendenza albanese, Carlo Topia, sconfisse interamente i Bal-sidi nei paraggi di Durazzo. I movimenti stessi delle tribù malissore di cui si ha traccia frequente nelle memorie del popolo e che si effettuarono numerosi nel secolo xiv sono dovuti indubbiamente alle persecuzioni dei Serbi. Durante il dominio dei Turchi si sono invertite le cose. Al processo di slavizzazione fatto dai Serbi, i Turchi opposero un processo di albanizzazione molto forte, in seguito al quale il serbismo è stato quasi annientato. Però tra gli Albanesi sono rimasti importanti costumi e leggende dei Serbi. E mentre da una parte vediamo l’influenza che i Serbi hanno portato fin nell’intimità della vita famigliare albanese, dall’altra troviamo che gli Albanesi hanno dato i canoni del loro diritto consuetudinario a genti serbe. Non vi è dubbio che i Cuci, i Piperi, i Vasojevici, come raccontano le rapsodie, non discendano da famiglie albanesi. I matrimoni si fanno anche oggi tra serbi del Montenegro e albanesi cattolici dell’Albania finitima. In opposto, i Mirditi conservano la tradizione che i loro antenati siano di origine slava, e ciò è sostenuto da Hahn (1) e da Hequard (2). L’opinione espressa da questi due viaggiatori è avvalorata da testimonianze di persone degne di fede che l’hanno raccolta anche recentemente dalla bocca di Mirditi (tra gli altri dal Capitano Nue Gjoni), i quali dicono di essere discesi da tre fratelli provenienti dal piano di Cossovo. Secondo questa leggenda, uno dei fratelli restò in patria, il secondo venne in Mirdizia e il terzo andò a Sciala. Anche oggi Mirdita e Sciala si considerano come parenti in riguardo ai matrimoni e perciò non avverrà mai che un Mirdita prenda una ragazza di Sciala o viceversa (3). Tutto ciò significa che le sovrapposizioni di tribù e tribù e di popoli e popoli, d’influenze e influenze sono state continue come le onde di un mare in burrasca, in questo estremo limite della Balcania occidentale, e sui precipizi del Diñara, delle Alpi albanesi, delFAcroceraunia, dove i popoli più diversi si sono inseguiti ferocemente per la conquista del mare e della ricchezza, quanto per trovare sedi migliori. L’uomo non è stato mai fermo e tanto più in queste parti dove l’istinto si è mantenuto irrequieto e girovago, forse anche per le difficoltà intiinseche che il terreno povero offre alle risorse della vita e della pastorizia, vagante tra le pianure marittime e le montagne. Le antichissime emigrazioni verso l’Italia, arrestatesi sotto il forte e felice dominio di Roma, si riprendono ai tempi della decadenza dell’impero e per l’antagonismo accesosi fra l’impero d’Oriente e quello di Occidente. Noi sap- (1) Hahn, Albanesische Studien, Wien, 1854. (2) H. Hequard, La Haute Albanie, Paris, 1858. (3) L’origine del nome Mirdit proviene dalla pronuncia della parola che vuol dire « buon giorno ». Nel mentre gli altri Albanesi pronunciano Mirdita, questi chiamano se stessi Merdita, il quale appellativo dato alla regione potrebbe essere analogo a quanto è avvenuto nel nome Linguedoc, Linguadoca. Disgraziatamente anche tra i Mirditi non sopravvive alcun canto antico.