2 I - L’Albania entro il paesaggio superbamente orrido, sicché le genti d’invasione non possono aver pensato a quei luoghi, appena abitabili da piccole masse indigene, altro che come ad ultimo rifugio nei momenti più terribili per la loro esistenza. Ecco perchè le commistioni etniche non sembrano essere state nè frequenti nè importanti in quel paese di confine nazionale, che la sterile Malissia caratterizza tanto bene con le sue tribù, viventi ancora, sotto molti riguardi, nell’epoca preistorica. La natura del calcare carsico che copre un paese di monti come questo non poteva che ospitare una gente disposta a non tollerare elementi stranieri. Ond’è, a parer mio, giusto il pensiero di Mayer, secondo il quale il paese del Montenegro si presenta identico a quello dell’Albania malissora ; e perciò una stessa razza deve aver dominato ab antiquo sulla regione labeatica, tanto più che un solo sbocco accomunava questa razza sul lago di Scutari, dove sorsero gli empori commerciali dei tempi greci e romani, di cui essa era costretta a servirsi. Questo popolo malissoro, ossia montanaro (tale è il significato della parola malsor), ebbe anche nei tempi del suo Medio-Evo una civiltà propria ed unica, che Lek Ducagini riuscì a plasmare con il suo «Canone», opera d’imitazione creata su fondamenti giuridici antichissimi e sulla legge longobardica del guidrigildo, e che passò in consuetudine tra la gente fino al di là dello Zem, anch’essa montanara, l’una e l’altra accantonate fra le Alpi albanesi e la Tara. Il kanun di Lek Ducagini ha vigore, come è noto, nella Malissia Shcoders e nella Malissia Giacovs fino alla Mirdizia, a Cruja e parte di Dibra, mentre nel resto dell’Albania ha vigore lo sceriat. Nel Montenegro è ancora vivo il ricordo del diritto albanese settentrionale e anche oggi molte questioni vengono determinate, per consuetudine, dal kanun Ducaginit. L’Alpe albanese si restringe tra le due spaccature a picco di mille e più metri di altezza formate dallo Zem e dal Drin e si stende a oriente nel piano fertile della Metoja, che i Montenegrini hanno tolto alla Malissia per avere un tozzo di pane verso quella parte già compromessa da parecchi secoli per l’esi stenza albanese con l’attiva propaganda religiosa slava. Il fenomeno della propaganda religiosa, che si è mantenuto dal tempo della divisione dell’impero d’Occidente da quello di Oriente, — fenomeno romano e fenomeno greco — acquista un’importanza assoluta in vista del mare che alimenta i traffici e la vita economica dei popoli: la vicinanza del mare doveva perciò eccitare maggiormente le lotte religiose per le conquiste nel campo commerciale che il Patriarcato, già padrone di molte parti al settentrione, veniva audacemente compiendo dal sud contro la Chiesa Romana, antica e forte, insediata sul lago di Scutari e nella regione adiacente. Dall’orrido corrugamento alpestre, entro il quale si adagiano le tribù malissore coi loro villaggi sparsi nelle gole dei monti e con gli stazzi per la pastorizia nei luoghi di pascolo sulla Bieshca Nemuna, si stende, al sud del Drin, un altro paese cantonale, con una civiltà simile, ma differente nel folklore, nelle foggie del vestire e nelle attitudini alla vita di avventure e di