— 26 — detta corvée (cioè dall’onere di prestar servizio gratuito, come schiavi), ciò non significa, a mio parere, come pretese qualche suo nemico, ch’egli rinnegasse, per puro tornaconto personale, il suo programma umanitario di elevazione e redenzione degli oppressi e di condanna d’ogni forma di sfruttamento e d’oppressione: egli era convinto, e non senza fondato motivo, che la condizione in cui sarebbero venuti improvvisamente a trovarsi i servi liberati del tutto senza alcuna preparazione alla vita libera sarebbe stata assai peggiore che quella di conservare una relativa soggezione a un padrone umano e pietoso qual era lui. Del resto, gli stessi scritti letterari di Turghènjev, e particolarmente talune pagine delle Memorie d’un Cacciatore, furono proprio, come meglio vedremo più oltre, l’ultimo colpo di mazza alla già decrepita e vacillante istituzione servile, che sol qualche anno più tardi (nel 1861), ormai completamente maturate le riforme nella coscienza generale, doveva fragorosamente crollare per sempre in seguito alle leggi liberali dello Zar Alessandro II. Da allora in poi Turghènjev, libero ormai da qualsiasi preoccupazione finanziaria, potè consacrarsi tutto alla sua attività preferita e arricchire, come fece, d’anno in anno di nuove gemme preziose la bella collana della sua produzione letteraria.