— 120 — correre, se fosse un po’ più giovane, per respirare « quell’aria adesso doppiamente benefica ». Mazzini è anche per lui, come per tutti gli Italiani, come per tutti i popoli oppressi, l’apostolo dei più alti ideali nazionali. E Turghènjev ne riflette l’animo e la mentalità nell’eroe del romanzo: Alla vigilia, il bulgaro Insàrov, campione indomito della lotta per la liberazione della patria. La simpatia insomma che Turghènjev nutrì per l’Italia (e che traspare sovente nella sua stessa corrispondenza agli amici) non appare mai turbata, né attenuata sia nelle sue lettere, sia nelle sue opere, dalla benché minima nube: è simpatia incondizionata, entusiastica, che rasenta a volte l’idolatria e si traduce anche, nel campo politico, in incondizionata solidarietà ideale con la lotta per l’indipendenza nazionale, e fa di lui quasi un interprete sentimentale dell’anima italiana presso il popolo russo. l’occidentalismo di turghènjev L’« occidentalismo » di Turghènjev, la sua lunga permanenza all’estero, la sua vita « occidentale », le sue manifeste simpatie, per quanto, come abbiam visto, attenuate da molte riserve, per l’occidente, le sue non larvate critiche alla Russia, furono dunque sfruttate dai suoi nemici per dimostrare che Turghènjev non amava la Russia. Un uomo che volontariamente abbandona la sua terra e i suoi connazionali, si diceva, per cercare in terra straniera e fra genti straniere maggiori agi e vita migliore,