— 21 — dinarie, che rimasero scolpite per tutta la vita nella sua fantasia e di cui non mancano qua e là tracce, come vedremo, nella sua produzione letteraria. Frequenti accenni al suo culto per l’Italia si trovano anche nella sua corrispondenza e specialmente nelle sue lettere a Herzen. RITORNO IN RUSSIA - CONFLITTO CON VARVARA PETRÒVNA INIZO DELIA CARRIERA LETTERARIA E RISOLUTA AFFERMAZIONE DELLO SCRITTORE nell’opinione PUBBLICA RUSSA L’anno seguente Turhgènjev tornò a Mosca e cominciò e frequentare i circoli intellettuali della città, entrando presto a contatto anche qui con filosofi e letterati delle più diverse tendenze, senza peraltro aderire a nessuna. A quest’epoca risalgono anche le sue prime relazioni con Pietro Ciaadàiev, le cui Lettere su la filosofia e la storia gli avevan dato singolare rinomanza circolando manoscritte di mano in mano, e con Visariòn Grigòrje-vic Bjelìnskij, il celebre «padre della critica russa», al quale restò avvinto, fino alla prematura morte di lui, dalla più devota amicizia. In questo tempo Turghènjev prestando per un momento orecchio a fallaci echi delle sue conversazioni filosofiche di Berlino, concorse senza entusiasmo e senza vocazione a una cattedra di filosofia presso l’Università di Mosca, ma prima ancora che le lunghe pratiche formali per la nomina fossero terminate, egli s’era già reso conto dell’errore e, dimessa l’idea, se n’era tornato a Pietroburgo, dove, cedendo alle insistenti pressioni materne, era entrato riluttante in un ufficio