— 16 — Ma anche qui l’università si trovava, su per giù, nelle medesime lacrimevoli condizioni di quella di Mosca. Vi era tra i professori Nicola Vasìljevic Gògol, rivelatosi al mondo proprio in quegli anni con le sue oggi famosissime: «Veglie alla fattoria di Dikanka », ma, chiamato all’insegnamento d’una disciplina che non conosceva affatto — la storia -— aveva ridotto quell’insegnamento (che aveva accettato solo per guadagnarsi la vita) in condizioni così disastrose da esser presto, come Turghènjev stesso ci racconta nelle sue « Memorie letterarie » (1), costretto a dimettersi. Turghènjev pertanto seguitava a colmare da sé, come meglio poteva, con la quotidiana lettura appassionata di autori russi e di classici stranieri, le lacune dell’insegnamento universitario di Mosca e di Pietroburgo. A questi anni risalgono precisamente i suoi primi tentativi di creazione letteraria. Son poche liriche d’intonazione pùskiniana e un dramma byroniano, che egli non volle mai pubblicare e ch’egli stesso rinnegò più tardi, dopo ch’ebbe definitivamente trovato nella novella la più sicura via del suo genio. TURGHÈNJEV ALL’ESTERO Gli anni che seguirono i primi tentativi poetici di Tur. ghènjev furono fecondi di avvenimenti importanti per la successiva evoluzione del suo spirito e per l’orientamento della sua stessa attività letteraria. (1) Delle Memorie letterarie di Turghènjev esiste fino ad oggi solo una mia edizione italiana pubblicata dall’editore Vallecchi a Firenze nel 1924 (Collezione: Classici Stranieri).