— 91 — in quello di Poesie in prosa (Stichotvorènija v prozje), col quale l’autore stesso le aveva chiamate nella lettera accompagnante il manoscritto, titolo che ne è in realtà la miglior definizione : « Esso esprime pienamente — spiega l’editore nella sua lettera di presentazione al pubblico — così la fonte da cui simili note han potuto sgorgare nell’animo dell’autore: il suo ben noto intuito delle varie contingenze della vita, come l’impressione eh’ esse producono al lettore, parlando al suo animo. Per quanto scritte in prosa, esse sono vere poesie... » Il titolo di Poesie in prosa rimase loro definitivamente anche nelle raccolte ulteriori e nell’edizione completa delle opere turgheneviane. Sono brevi note fugaci, appunti tratti dalla vita d’ogni giorno, di soggetto e d’intonazione diversissimi (allegorie, favolette, quadretti, ricordi, riflessioni, cosiderazio-ni), in ciascuno dei quali si contiene un pensiero, un giù. dizio, un monito, una critica. Per questo manca alle Poesie in prosa un’unità di linea, un contenuto uniforme, un nesso qualsiasi fra l’una e l’altra; ma per questo appunto esse riflettono fedelmente, come tanti piccoli specchi, nella loro poliedrica varietà, i lati più diversi dell’animo del poeta. Formano nell’insieme una specie di mosaico, nel quale forse rivive tutto quell’animo, il suo sentimento di pietà universale e di umana solidarietà e fratellanza (Il mendicante, Mascia, Il passero, L’elemosina, La zuppa coi cavoli), il presagio pavido della morte vicina (Teschi, L’ultimo incontro, A che penserò?, La vecchia), misto a una nostalgia sconsolata per la giovinezza perduta (Uno vi-