— 20 — * * ¡¡S Turghènjev partì dunque per la Germania nel 1838. Compì il viaggio per mare, da Pietroburgo a Lubecca. Durante la traversata scoppiò a bordo un terribile incendio, onde poco mancò non perissero miseramente tutti i passeggeri fra le onde e le fiamme. Fu una scena spaventosa, di tragico terrore, che Turghènjev non dimenticò mai e che doveva ispirargli, ben quarantanni più tardi, sul suo letto di morte, quel bozzetto letterario: L’incendio in mare, che fu come l’ultimo raggio del suo genio di scrittore. Giunto a Berlino, frequentò l’università e cerehie di letterati e filosofi: tra questi erano numerosi Russi, taluno dei quali doveva lasciare, come lui, sia pure con importanza diversa e in circostanze e campi diversi, il nome alla storia. Nella cerchia di Turghènjev primeggiavano i fervidi hegeliani N. V. Stankjèvic, Fròlov, Granòvskij, Nevjèrov e sopra tutti il filosofo e scrittore Michele Ba-kùnin, resosi famoso per la sua ardente propaganda rivoluzionaria, esule dalla Russia, autore della celebre e pericolosissima massima incendiaria : « la passione della distruzione è una passione creatrice ». Con costoro amava sopratutto Turghènjev intrattenersi quasi ogni giorno in animate conversazioni su temi filosofici e letterari, alternando sovente le discussioni su Hegel, pel quale anch’egli allora professava un certo culto, non scevro peraltro di critiche, con letture di classici tedeschi, sopratutto di Goethe. Nel 1840 fece un lungo viaggio sul Reno; poi visitò la Svizzera e l’Italia. Dell’Italia riportò impressioni straor.