— 79 — figli, ancor più suscettibili, hanno mandato alte grida vedendosi personificati nel positivo Bazàrov. «... Turghènjev non ha caricato per nulla le tinte descrivendo i nichilisti; egli ebbe anzi dei pudori. Tuttavia la gioventù russa aveva forse qualche ragione di protestare. Non tutta la giovane generazione poteva essere nichilista, specialmene nel momento in cui lo Zar compiva la grande opera dell’emancipazione dei servi. Quanto ai vecchi, sono nel romanzo gente tollerabile, se non imitabile, giacché hanno la generosità di precorrere lo Zar nell’emancipazione dei propri servi e di tentare di buona voglia la prova della rigenerazione dei loro contadini. » In sostanza Turghènjev, come aveva già fatto anche nelle Memorie d’un Cacciatore e nella massima parte delle sue novelle, non ha voluto mai costituirsi giudice della società contemporanea ; egli l’ha dipinta così come l’ha vista. Ed è questo, forse, il pregio maggiore dell’opera sua. et fumo » La violenta campagna inscenata contro Turghènjev dopo la pubblicazione di Padri e figli aveva, come abbiamo visto, profondamente amareggiato il poeta, che in un momento di sconforto, sembrò volersi per sempre ritirare dall’attività letteraria. Scrive un breve racconto, in forma di frammenti tratti dal taccuino d’un artista morto, e, sfogando in esso il suo animo esacerbato, l’in-