— 47 — Ma per qualche anno ancora il suo ingegno creativo oscillò fra tentativi diversi, coronati per lo più da mediocre successo, senza trovar una sicura e definitiva via da seguire. Lo spadaccino (Bretter) e Tre ritratti (Tri portreti) (quest’ultimo tratto dalle tristi memorie della sua famiglia) son due novelle a forti tinte, come il dramma L’Imprudenza, di cui ripetono, su uno sfondo truce nell’analisi di animi scellerati e di situazioni tragiche, mutando luoghi e persone, le linee fondamentali. Ma come quadri deH’umana perfidia, contengono pagine di gran lunga superiori all ’Imprudenza e portano visibili impronte d’un talento non comune. Peraltro, malgrado i loro pregi evidenti, il pubblico non fece loro grande accoglienza, come non fece grande accoglienza al suo racconto successivo: L’ebreo Pjetus-kòv e alla sua seconda commedia: Quando il filo è sottile si spezza (Gdjè tonko, tam i rvetsja), la quale pure rappresenta già, dal punto di vista artistico, un sensibile progresso su L’Imprudenza. Scrisse anche, nel 1845, un altro poemetto, che intitolò semplicemente: Dialogo (Razgovòr) e controfirmò, come già Paràscia, con le sole iniziali: T. L.: dialogo fra un vecchio decrepito eremita, che vive di ricordi e di esperienza, e un giovanetto ignaro della vita, che anela alla vita, tormentato da un arcano intimo sentimento di insoddisfazione e d’isolamento. Anche questo poemetto riscosse la più lusinghiera critica di Bielìnskij (1), ma non fu quasi affatto rilevato dal pubblico. (1) Op. citvoi. IV0, pagg. 712-13.