— 134 — lazione del grande genio dell’autore. Per questo aveva vivamente desiderato di farne la personale conoscenza. Ma quando l’aveva incontrato in un salotto di Pietroburgo, gli era parso di scorgere nei suoi modi un’esagerata affettazione della propria nobiltà e una certa mal celata presunzione del proprio talento, che avevano provocato in lui una specie di repulsione. Repulsione, del resto, che aveva dovuto essere in sostanza ricambiata anche dall’altro e che fu poi ribadita neH’ammo di Turghènjev dalla lettura delle successive opere tolsto-jane. Non già ch’egli non comprendesse e non apprezzasse l’ingegno di lui; ma riprovava la sua morale e non gli piaceva quel suo modo di fare, che gli sembrava, forse a torto, eccessivamente intransigente e dogmatico (1). Peraltro la successiva produzione letteraria di Tolstoj e le occasioni ch’egli ebbe in seguito di frequentarlo (egli fu anche suo ospite a Jàsnaia Poljàna (2), vennero gradualmente affievolendo col tempo questa indefinibile antipatia iniziale. I loro rapporti si fecero sempre più cordiali e tanto la figura morale e letteraria di Tolstoj venne a poco a poco ingigantendosi nella considerazione di Turghènjev che proprio a Tolstoj, come abbiam visto, egli sentì il bisogno di rivolgere dal letto di morte; il suo ultimo pensiero, affidando e raccomandando a (1) Cfr. Polonskij: Turgeniew in seinem Heim. Übersetzt aus dem Russichen von Dr. Hermann Roskoschny (Leipzig). (2) V. The Autobio graphny of Countess Sophie Tolstoy. With Preface and notes by V. Spiridonov. Translated by S. S. Koteliansky and L. Woolf (Richmond, Clowes, 1922).