— 75 — « Una simile opinione — prosegue Turghènjev (1) — s’è ancor maggiormente radicata dopo la pubblicazione di Fumo (2). « Non voglio replicare ; forse quella signora aveva ragione. In fatto di composizione letteraria ognuno (giudico da me stesso) fa non ciò che vuole, ma ciò che può e fin dove può. Ritengo che le produzioni letterarie debbano essere giudicate era gros e che, esigendo dall’autore rigida coscienza, si debbano guardare anche i rimanenti lati della sua attività non dico con indifferenza, ma serenamente. « Ma, malgrado tutto il desiderio di compiacere ai miei critici, io non posso riconoscermi reo di mancanza di coscienza. » * * * « Resta assolutamente incomprensibile nel lettore spregiudicato — scriveva un critico berlinese subito dopo la pubblicazione d’una versione tedesca del romanzo — come la gioventù radicale russa abbia potuto montare in tanto furore per questo rappresentante spirituale delle sue direttive (Bazàrov), delle sue convinzioni e dei suoi sforzi, quale Turghènjev lo dipinge, furore che ha fatto quasi mettere al bando il poeta e colmarlo d’ogni vituperio. Si dovrebbe pensare che ognuno dei radicali moderni potrebbe veder rappresentato, con allegra soddisfazione, il suo tipico ritratto e quello dei suoi compagni di fede in una così fiera figura, d’una tale esuberanza di (1) Memorie letterarie., pag. 139-140. (2) Il successivo romanzo di Turghènjev.