— 117 — non gli vietano, dopo la terribile disfatta del ’70, di partecipare sinceramente al dolore dei Francesi. « Povera Francia ! — scriveva da Pietroburgo nel 1871 — che colpo terribile! come rifarsi ora? E’ la pace sì, ma che pace! Qui tutti sono pieni di simpatia per la Francia » (1). E l’anno seguente, meravigliato del magnifico risultato ottenuto dal prestito francese: «Voi siete nati per sbalordire il mondo, diavoli di Francesi! » scriveva all’amico Flaubert. In realtà le sue simpatie pendono sempre più, dopo il 1870, verso la Francia, tanto che un suo biografo può, sia pure con qualche esagerazione, scrivere di lui qualche anno dopo la sua morte : «Parlando della Francia Turghènjev la criticava con libertà del tutto figliale, quella libertà che spinge sovente anche i Francesi più attaccati alla loro patria a dirne male. Tuttavia, qualunque fosse la sua simpatia, il suo punto di vista era sempre russo. Molte cose l’urtavano nella vita sociale dei Francesi: sopra tutto la situazione della famiglia e le loro idee sulla donna... Ma gli bastava sentir pronunciare una parola contro la Fran. eia perché il suo amore per essa divampasse... » (2). Si può concludere insomma che il suo sentimento verso la Francia e la Germania, i due paesi d’Europa che egli meglio conobbe e nei quali visse più a lungo, non (1) Cfr. Turgeniews Briefe an die St. Petergurger Nachrichten über den deutsch-französichen Krieg 1870-71 (in: Preussische Jahrbücher, 179, 1920). (2) I. Pavlovsky: Souvenirs sur Tourgue-neff, 2» ed. (Paris, 1887).