— 67 — e l’impeto della sua passione convince l’eroe all’amore, che, lungi dall’affievolirsi, non potrà che vieppiù rinsaldare in lui le forze dello spirito e del braccio per la lotta suprema. Il racconto, acceso dalla fiamma di quest’amore potente, ha forse una tinta eccessivamente romanzesca, che non giova a quella naturalezza di azione e di situazioni cui ci ha avvezzati la fine arte realistica di Tur-gliènjev. Turghènjev ha qui evidentemente voluto dare un esempio r un monito ai giovani russi, creando fuori della società russa un tipo di uomo coscientemente penetrato dalla grande idea della liberazione della patria e pronto a sacrificarsi per essa, e un tipo di donna russa, energica e forte come lui, la quale, per sposare un grande ideale, deve uscire dalla società russa, romperla con la propria famiglia, con tutti i suoi intimi, rinunciare alla vita della sua terra nativa. « PADRI E FIGLI » Gli umori del pubblico ondeggiavano dunque fra le diverse impressioni dei vari uomini più o meno superflui presentati dagli ultimi racconti di Turghènjev, e fra i giudizi più o meno disparati, più o meno ostili, più o meno favorevoli, a seconda delle diverse tendenze, allor. che cominciarono a venire alla luce, nel 1861 (proprio cioè mentre si stava già iniziando la grande riforma dell’emancipazione dei servi), nel Messaggero russo, le pri-