- 45 - a sé e mi fece un predicozzo paterno, concludendo tuttavia che in me c’era pur qualche cosa! Quelle parole m’infusero tanto ardire che volli mandargli alcune poesie. Egli ne scelse due e le fece poi stampare l’anno seguente nel Contemporaneo, diretto da Pùskin. « Non ricordo il titolo della seconda, ma quello della prima era: La vecchia quercia (Staryi dub) e cominciava così: Zar de le selve antico, la testa inanellata, la vecchia quercia curvasi su l’acqua cheta e placida, etc, « Fu questo il mio primo scritto dato alle stampe e fu pubblicato senza firma. » Ma il suo vero debutto letterario si ebbe solo sei anni più tardi, allorché, com’egli pure ci racconta, verso la Pasqua dell’anno 1843, « si verificò a Pietroburgo un avvenimento in sé stesso assolutamente insignificante e oggi da gran tempo sepolto nell’oblio generale: fu pubblicato un piccolo poema d’un certo T. I.., intitolato: Paràscia. « Questo T. L. — ci spiega Turghènjev — ero io. Con quel poema io feci il mio ingresso nella carriera letteraria » (1). Come già Pletnev a traverso i primi malfermi tentativi poetici del suo discepolo aveva scoperto in lui qualche cosa di buono, così ora, a traverso il poemetto, — o racconto in versi (razkàz v stichach), come aveva preferito chiamarlo l’autore — una semplice e fluida storia (1) T. L. sono le iniziali dei due cognomi, il paterno e il materno: Turghènjev, Litvìnov.