— 133 — Una cerchia di hegeliani, fra i quali emergeva il solo nome di Bakùnin (Granòvskij, Fròlov, Nevjèrov, Stan-kjèvic), fu iper qualche tempo la sua compagnia (ma non oserei dire in senso assoluto compagnia sempre preferita, specialmente nei riguardi di Stankjèvic, il cui temperamento aveva ben pochi punti di contatto col suo), durante il suo soggiorno a Berlino. Dei grandi scrittori russi, prosatori e poeti, del suo tempo, non fu in realtà intimo con nessuno: incontrò Pùskin una sola volta e non lo vide che di sfuggita, senza aver neppure la possibilità di rivolgergli la parola; una sola volta s’incontrò con Krylòv e con Koltzòv; poche volte con Gògol, con Lèrmontov, con Pìsarev, con Mei (1). Gàrscin, assai più giovane di lui, fu una volta suo ospite, insieme con Polonskij, a Spàskoe Sjelò. Gonciaròv non gli fu mai amico, l’accusò a torto di plagio e lo sfuggì sempre, tormentato da un’infondata e folle gelosia. Fra Turghènjev e Tolstoj i rapporti furono sempre più che corretti, ma un’istintiva sorda antipatia reciproca aveva allontanato i loro animi nei primi anni della loro conoscenza (2). Turghènjev aveva incontrato per la prima volta Tolstoj pochi mesi dopo la pubblicazione delle impressioni di guerra di quest’ultimo, raccolte nel volume: «Sebastopoli». Quel volume era stato anche per Turghènjev, come per tutti in Russia, la prima rive. (1) Cfr. Memorie letterarie. (2) Cfr. Kuhnemann: Tourguenev _und Tolstoj (Berlin, 1893) e M. Baring: Tolstòy and Turgeniev (in: Quarterly Review, 21, 1909).