L’Austria tra il ’59 e il ’66 2tì7 L’AUSTRIA TRA IL ’59 E IL ’60. In Austria l’assolutismo applicato con eccessiva durezza non aveva fatto altro che inacerbire maggiormente gli animi. Di ciò si avevano prove abbastanza evidenti dopo la guerra del ’59. I ministri reazionari dovettero dare le dimissioni e furono eletti dei nuovi, che apersero trattative coi rappresentanti popolari. Ma non si potè venire ad un accordo tra governo e popoli. Per ciò l’imperatore Francesco Giuseppe I si risolse di accordare ai suoi dominii un governo costituzionale, il cosidetto diploma d’ottobre del 1860. Bastò questo embrione di statuto, perchè gli appetiti nazionali dei popoli dell’Austria, a lungo repressi, si scatenassero con straordinaria veemenza. Delle tendenze nazionali degl’italiani, dei Magiari, dei Tedeschi, abbiamo avuto occasione di parlare. La costituzione del !60 sciolse le brame anche degli Slavi, e non solo di quelli del settentrione, Boemi e Polacchi, ma anche di quelli del mezzogiorno, Croati, Sloveni e Serbi. — Si domandò la ricostituzione dei preesistito triregno di Croazia, Slavo-nia e Dalmazia, al quale doveva essere annessa anche la città di Fiume. Il panslavismo scese giù come una folata e travolse gli animi degli Slavi dell’Adriatico, già riscaldati dal contatto cogl’italiani e specialmente dagli esempi contagiosi dell’università di Padova, che molti studenti avevano disertato per seguire le orme di Garibaldi. Tale statuto fu accolto di conseguenza sfavorevolmente dagli Ungheresi e dai Tedeschi, che da una riorganizzazione federativa con prevalenza degli Slavi nello Stato temevano per la loro egemonia. — Per ciò il diploma fu sostituito dalla cosidetta patente di febbraio del 1861, con cui anche l’Austria entrò definitivamente nel novero degli Stati costituzionali. Ma neppur questa ebbe l’approvazione generale. I partigiani deH’assolutismo, ch’erano numerosi nell’esercito e