Le crociate 131 feudalismo, del frazionamento di poteri, di lotte e contese tra signorotti. E non era possibile altrimenti. Al naufragio della romanità erano rimaste nella Padania e alle due sponde del mare Adriatico quali superstiti molte città romane (che non tutte erano state distrutte dai barbari) come segni miliari, colonne o fari, della civiltà sommersa. In ognuna di queste o s’era insediato un principe straniero, oppure una delle più intraprendenti famiglie indigene aveva assunto la direzione e preso il potere. Avanti le crociate partirono da queste città guerre, angherie ed assalti, ma tutto questo era prodotto più da indomabilità di temperamento, quasi per passatempo. Quando poi la coltura degli studi e le esperienze dei lunghi viaggi per le crociate insegnarono ai principi il valore della ricchezza materiale congiunta al sapere della mente, tutti quei principi e signori d’un tratto vollero elevarsi, espandersi, arricchirsi. Ora siccome l’ingrandimento di uno non poteva seguire che a scapito dell’altro, ne successero nuove contese, lotte e guerre, più gravi ancora, determinate da smania di rapina e di conquista. La cavalleria, sviluppatasi appunto in seguito alle crociate, diede nuovo incentivo allo spirito avventuriero. E così ebbero origine altre imprese, che non si possono qualificare altrimenti che capricciose. Siccome infine questi particolarismi erano stati favoriti in principio tanto dagl’imperatori, che nei principi vedevano i guerrieri pronti ad accorrere ad ogni chiamata, quanto dai Pontefici, che nell’altrui debolezza vedevano crescere la propria autorità, era naturale che questo stato di cose non potesse scomparire tanto presto e dovesse anzi durare finché un potere energico non avesse agito da livellatore. Intanto lo sviluppo della coltura negli stati sociali medi, il crescere dei commerci e delle industrie e una comprensibile reazione contro lo smisurato arbitrio degl’imperatori germanici, avevano fatto nascere nelle città romaniche il desiderio di avere un’amministrazione autonoma. Sorsero e si svilupparono così i municipi di tipo italico, che si formarono non solo nell’alta e media Ita-