108 L'ADRIATICO NELLA STORIA I Saraceni. grafici si trovavano questi due alleati nel contendere l’espansione di Venezia. È probabile che negli acquitrini del Narenta abbiano trovato rifugio in tutti i tempi gli elementi refrattari alle imposizioni esterne e straniere e quindi tanto gli Illiri, nemici dei Romani, quanto Romani profughi davanti ai barbari ed indi perfino barbari pagani per salvarsi dalle persecuzioni del cristianesimo. È probabile che a questo miscuglio si siano aggiunti da ultimo anche degli Slavi (Croati) ed è pure verosimile che i Narentani siano da annoverarsi tra i maestri degli Slavi nell’arte nautica durante l’eclissi storica dei secoli VII e Vili, giacché i Croati quando si presentarono sulla costa adriatica non avevano altre caratteristiche che quelle di popoli montanari e pastori. Dei Narentani basterà dire che la storia non ha per loro altro titolo che quello di pirati. Un po’ pirati saranno stati in principio anche i Veneziani. Però questi in grazia di una coltura, di un retroterra ricco e di un centro cittadino, poterono evolversi rapidamente a stato civile. I Narentani al contrario, cui mancava tutto ciò, non poterono superare lo stato barbarico e benché siano stati forti e temuti, perirono per consunzione naturale. Esercitarono terribili scorrerie su tutto l’Adriatico e per tre secoli (Vili, IX e X) contesero a Venezia, ancora giovane, il dominio di questo mare, ma vinti dal doge Pietro Orseolo II (994-998) non diedero più segno di vita. La loro potenza si potrebbe considerare come un tentativo abortito per legge geografica, di Stato indipendente sulla costa orientale adriatica. Ma quasi che le condizioni dell’Adriatico non fossero già abbastanza misere, a renderle ancora più dilaniate compariscono sulla sua scena verso la fine del IX secolo altri due attori, fatalmente dannosi, i Saraceni per mare e gli Ungheri o Magiari per terra. I Saraceni non sono altro che i pirati di quegli Arabi, che, usciti nel VII secolo dalla loro oscurità, fondarono a spese dell’impero bizantino un dominio mondiale nell’oriente maomettano ed una coltura propria, l’arabica,