324 l’adkiatico nella politica Tedeschi, degli Ungheri, degli Schiavoni, che Venezia ha dovuto combattere nel lungo corso di tredici secoli della sua esistenza. Per effetto dell’eredità di Venezia l’Austria conta tra i suoi sudditi gl’italiani dell’Istria e della Dalmazia. In generale poi gl’italiani soggetti ancora all’Austria vivono tutti nel bacino geografico dell’Adriatico. Nel mentre per ragioni geografiche e storiche indistruttibili ed inoppugnabili essi vi dovrebbero occupare ancora, anche nell’ambito dei confini austro-ungarici, il primo posto, a causa della politica austriaca essi sono costretti a lottare febbrilmente soltanto per vivere. Quando fra il trattato di Campoformio e il congresso di Vienna, l’Austria succedette a Venezia sull’Adriatico„ le acque di questo mare non erano ancora mosse dalla corrente nazionale. Però linguisticamente e civilmente l’Adriatico continuò ad essere italiano, come l’aveva lasciato la sua secolare dominatrice. Questo stato di cose, malgrado il pronunziato movimento nazionale italiano durato mezzo secolo e gli sconvolgimenti del ’48 e del ’59, continuò per quell’andazzo naturale fino al ’66, ossia alla battaglia di Lissa. Perduta Venezia e il Veneto, l’Austria ebbe paura di perdere l’Istria e forse qualche cosa altro ancora. Per ciò mutato il suo obbiettivo politico dalla penisola italica a quella dei Balcani, cambiò sistema e (trattandosi deU’Adriatico, si passi una frase marinaresca) virò di bordo, dandosi a perseguitare gl’italiani ed a favorire gli Slavi, come fu dimostrato. Dopo il ’66 avvennero per le due coste dell’Adriatico due fatti opposti. Sull’occidentale cessarono i moti nazionali e l’attività civile fu rivolta ai miglioramenti sociali ed economici. Sull’orientale invece, prima relativamente tranquilla, si scatenò una bufera di aspre lotte, rinfocolate dalla mescolanza della popolazione e tenute vive dal governo, il cui programma ormai troppo evidente è di distruggere l’elemento italiano dal Judrio alle Bocche di Cattaro, stritolandolo in una morsa slavizzatrice dal basso, germanizzatrice dall’alto. Altro che eredità di Venezia!