Considerazioni sulla rivoluzione italiana del 1848 261 sta battaglia di Novara alla corona a favore di suo figlio Vittorio Emanuele II. La condizione della Sardegna era oltremodo difficile perchè circondata tutt’intorno da vicini male intenzionati. Suo compito principale era guadagnare la protezione delle altre potenze contro l’Austria. E infatti riuscì a riavere dall’ Austria tutti i suoi territori pagando una forte indennità di guerra. Tutti questi falli e la conservazione dello statuto costituzionale destarono negl’italiani la speranza che il giovine re Vittorio Emanuele II sarebbe stato il primo e il solo a levare nel momento opportuno il vessillo dell’indipendenza d’Italia. Durante questo storico duello fra gl’italiani e l’Austria, combattuto nella metà superiore dell’Adriatico, la parte orientale non italiana di questo mare dormiva. Però le attuali condizioni politiche dei Balcani presentano molte analogie e contingenze, assai simili a quelle quarantottesche d’Italia di tre quarti di secolo fa. L’Italia aveva un cuore: Mazzini; un braccio: (lari- L’Italia tra baldi; e una spada: Vittorio Emanuele II. Le occorreva 11 48ei]’59-una mente e la ebbe fortunatamente nel conte Camillo di Cavour. Tutti quattro gli eroi provenivano dall’alta Italia. L’entrata di Cavour (11 ottobre 1850) nel ministero di agricoltura e commercio segna la rigenerazione della Sardegna. Dotato di una preparazione economica egli si diede a tutt’uomo a ordinare l’istruzione, il regime daziario, a costruir strade, ponti e ferrovie. Furono regolate le finanze, fu pagato il debito di guerra all’Austria, fu consolidato l’esercito. Le speranze degl’italiani furono realizzate per merito principale del conte di Cavour, che resse per un decennio la politica estera del regno di Sardegna. Durante questo tempo anche l’Austria, godendo di pace interna, cercò di sanare le molte ferite. Ma non ebbe speciale fortuna; e ancora meno ne trovò nella politica estera. Era riuscita a tenersi in piedi, ma la sua debolezza ormai era stata palese e di ciò approfittarono i L'Adriatico. 33