344 L’ADRIATICO NELLA POLITICA potenze estendono la loro forza proporzionalmente sui mari, l’Austria deve ritrarre dall’Adriatico tutte le sue risorse. Per non restar indietro agli altri vuole anch’essa avere una flotta potente, superiore alle esigenze locali della sua costa, capace non solo di difenderle ma di cercare all’occorrenza il nemico altrove. Per ciò essa deve mettere in opera tutti i mezzi onde conservarsi aperta l’uscita dall’Adriatico e poter portare la voce della sua potenza in tutte le quistioni marittime del Mediterraneo. La privazione dell’Adriatico la menomerebbe ipso facto e privandola della forza navale la ridurrebbe a potenza di secondo grado. Per l’Italia l’Adriatico, se anche fu talvolta trascurato, non è meno importante. Per essa, invero, questo mare non è assolutamente necessario onde conservare la potenza marittima. Però al bacino dell’Adriatico appartengono le due regioni della Lombardia e del Veneto, che 'sono per l’Italia una condizione vitale non solo quale grande potenza terrestre, ma come fu provato dalla storia, per la sua esistenza. Ora da questa parte l’Italia deve tollerare dei gravosi diritti di servitù a vantaggio dell'Austria. Lo sperone del Trentino sporgente dalle Alpi nel piano tra la Lombardia e il Veneto domina queste regioni. Il confine orientale fissato al Judrio nel basso Friuli lascia aperta una grande porta a tutto vantaggio dell’Austria. Fino a tanto dunque che questa potenza tiene non solo il Trentino e l’alto Friuli, ma anche l’Istria con Pola, l’Italia non può dirsi sicura in casa sua. ¡Contro questa minaccia da parte di uno Stato superiore per forza terrestre l’Italia non può difendersi altrimenti che opponendo una superiorità navale. L’invasione di un esercito nemico dalle Alpi nel Friuli e nel Veneto non può venir trattenuta che con contrattacco dal mare nell’Adria-tico. Anche l’Italia deve quindi a tutti i costi tener aperta l’entrata in questo mare per non vedersi compromessa ancora più seriamente nella sua esistenza. Per ciò se l’Italia fece dei tentativi per poi'tare i suoi confini settentrionali e orientali alla linea naturale dello spartiacque dei monti sulle Alpi e sul Carso non si può rimprove-