156 l’adkiatico nella storia Bassa Italia. Scanderbeg. dirsi fraterne ; erano però in buoni termini. — Venezia, che dapprima aveva tentato di soffocare la crescente floridezza di Ragusa, accortasi che indirettamente giovava anche a lei di avere un adito sempre aperto al traffico dei Ralcani, lasciò sussistere la repubblica di San Biagio per proprio tornaconto. A quest’interpretazione dei fatti proveniente da fonte veneziana, scrittori ragusei oppongono che Venezia non si azzardò di toccare Ragusa, perch’era spalleggiata dalla Serbia, la cui potenza per terra era per i Veneziani un’incognita. Per ciò, dicono i Ragusei, Venezia non stimò opportuno di incappare nello Stato serbo, che avrebbe potuto divenire per lei un brutto ginepraio. Comunque siasi, sta il fatto che Venezia e Ragusa fiorirono contemporaneamente sul mare e nei commerci. L’assorbimento per parte di Venezia e di Ragusa del commercio dell’Adriatico coll’orieiite danneggiò, com’era naturale, le città costiere della bassa Italia. Tra queste Rari e Brindisi, come le principali,.rialzatesi dopo l’occupazione saracena, avevano raggiunto qualche importanza durante le crociate, ma decaddero. In quest’epoca il paese era dominato dagli Angioini, che avevano la sede a Napoli. Il loro dominio datava dalla fine del secolo XIII, ma il governo era funestato quasi ininterrottamente da dissidi intestini e da guerre (cogli Aragonesi di Sicilia, col Papa, cogli Angioini d'Ungheria) alle quali cose contribuì in gran parte la malvagità dei singoli reggitori. Quando nel 1435 si estinse la discendenza diretta della casa d’Angiò, gli Aragonesi, che già occupavano la vicina Sicilia, un po’ per questo fatto, un po’ per diritti matrimoniali, affacciarono pretese su Napoli e le mandarono ad effetto dopo anni di guerra (1442). Per le cose dell’Adriatico interessa inoltre di rilevare che alle lotte che continuarono tra i partigiani degli Angioini ed i nuovi signori, gli Aragonesi, presero parte dall’altra costa dell’Adriatico Scanderbeg coi suoi Albanesi. Scanderbeg aveva fondato in opposizione alla rapida e terribile avanzata degli Osmanli, quell’effimera Albania