Il congresso di Vienna 225 del Montenegro nei secoli passati avevano accettato stipendio e l’alto dominio della Serenissima. Però per tenersi in bilico tra una superiorità militare ed una economica faceva di bisogno una protezione ancora maggiore e i Montenegrini per simpatia religiosa e nazionale la cercarono nella Russia, colla quale s’erano stretti in un legame di clientela politica fino dai tempi di Pietro il Grande. Caduta Venezia i Montenegrini sperarono, come fu accennato, di allargarsi verso il mare. Ma si trovarono di fronte i Francesi. Il maresciallo di Napoleone, Marmont, non riuscì nè a vincerli colle cattive e nemmeno ad avvincerseli colle buone, perchè i Montenegrini rimasero, nel loro evidente interesse, fedeli alla Russia. Venuta l’Austria a succedere definitivamente a Venezia, i Montenegrini si trovarono ancora a peggior partito che nel secolo precedente, perchè l’Austria, oltre a possedere anche Ragusa, era una potenza terrestre e avrebbe potuto, come infatti avvenne, stringere il Montenegro anche dalla parte di terra. Intanto l’Austria non trascurò, come vedemmo, di ricacciare subito i Montenegrini lontano dal mare e di rintuzzare anche in seguito ogni loro tentativo di raggiungere uno scalo al mare. Appunto con questa mira l’Austria si fece cedere dal Montenegro verso un compenso in danaro nel 1841 il territorio di Pastro-vicehio, un piccolissimo tratto di costa in continuazione ad oriente di Budua. IL CONGRESSO DI VIENNA. Il congresso di Vienna (1814-15) sancì da solo la restaurazione degli antichi monarchi, senza che i popoli (e specialmente gl’italiani, che furono i maggiormente colpiti) potessero far sentire la loro voce. L’Austria oltre alle province illiriche (in cui cerano per lei i nuovi acquisti dell Istria veneta, della Dalmazia, di Ragusa e delle Bocche di Cattaro) ebbe la Lombardia, il Veneto col Friuli, quale compenso per i Paesi Bassi