124 l’adriatico nella storia Ragusa. Ragusa deve la sua esistenza, come Venezia, alle distruzioni degli Avari. La data della sua fondazione viene posta nel 656 ed è molto probabile che a darle vita abbiano contribuito fuggiaschi di Epidauro, di Salona e di altre città latine. Certo è però che i suoi fondatori erano di sangue romano. A questi si aggiunsero nella seconda metà del IX secolo immigrati, pure latini, fuggiaschi dalla costa d’Albania e appena alla fine di questo secolo (XII) incominciarono le prime infiltrazioni di Slavi (Serbi) dal retroterra. Però la lingua italica era dominante fino al-l’XI secolo. Dalla fondazione per parte di un elemento già civilizzato, dallo squilibrio tra l’elemento cittadino e l’agricolo, derivarono a Ragusa la signorilità, la costituzione aristocratica colla divisione in patrizi e plebei e la preferenza della lingua e coltura italiche, durate per tutto l’avvenire fino ai secoli recenti. Ragusa sofferse in principio per parte dei pirati Na-rentani e Saraceni. Ma poi i suoi cittadini, approfittando dell’esperienza nautica e della superiorità civile in confronto agli abitatori del circondario, seppero estendere un po’ alla volta la loro navigazione e il loro commercio. Essi, approfittando delle lotte degli altri e rispettando molto astutamente i più forti o mettendosi sotto la protezione del più potente, secondo i casi, si destreggiarono nelle più violente burrasche politiche. In questo modo il fine senso diplomatico dell’aristocrazia ragusea riusci a condurre avanti la semi-indipendenza del minuscolo Stato — unica forma di libertà possibile — per quasi un millennio, fino alla fatale epoca napoleonica del principio del XIX secolo. Nel principio della sua storia, avanti la comparsa di Venezia e durante la supremazia nominale di Risanzio nei secoli Vili e IX, Ragusa non ebbe da premunirsi che