« * Conclusione 393 al mondo un nuovo esempio dell’immenso valore morale e materiale dell’indipendenza nazionale e politica. Col tramonto della mezzaluna si può considerare scomparso anche il sogno di uno Stato unico nei Balcani. Si può ammettere l’ipotesi d’un’evoluzione civile per opera della quale Serbi e Bulgari si considerino in un giorno di là da venire sinceramente fratelli; ma una fusione nazionale completa dei popoli dal Danubio e dalle Alpi transilvane all’Egeo, al Jonio e all’Adriatico non avverrà mai. Al sognatore ottimista non resta quindi altra visione che un equilibrio di Stati e popoli minori tenuto su per forza ad immagine di quanto avviene oggi nel resto d’Europa tra le sue grandi potenze, oppure nel migliore dei casi una confederazione forte di nome, ma debole di ♦ fatto per screpolature insanabili del suo edificio. Malgrado ciò non bisogna ancora farsi illusioni troj -po rosee. La civiltà europea ha invaso e vi cammina passi tenaci; ma questi passi sono piccoli e lenti per quello sterminato continente. L’Asia poi ha in Persia, in India, in Cina, al Giappone tante pericolose energie dormenti, che forse l’Europa potrebbe pentirsi 1111 giorno di averle svegliate. E se dovesse succedere una reazione dell’Asia contro l’invasione europea, simile a quella che già avvenne contro l’espansione romana, la prima vittima sarebbero ancora una volta i Balcani. Poi c’è da pensare che appena dopo espulso il Turco, sarà da temersi che incomincino dei seri attriti internazionali per la quistione di Costantinopoli. Indi potrebbe acuirsi la quistione nazionale in Austria-Ungheria. Ma ammettendo pure che tutti questi problemi vengano risolti secondo l’equità, in modo da garantire finalmente a questa vecchia e tribolata Europa (e all’Adriatico indirettamente) pace e tranquillità anche nello regioni di mezzogiorno e d’oriente, rimarrebbe ancora da tener gli occhi rivolti più a settentHone, verso la Russia. Il vasto impero del grande Zar è ancora un po’ sempre la gelida Sarmazia, semi-incognita al resto di Europa, ove oggi oltre 120 milioni di popolo, tutt’altro che omogeneo, si agitano convulsamente con una tragica passio- L’Adriatico. 49